Il mio That’s Live Parigi 2019 (con video integrale)

Stavolta mi sono mosso per tempo: quando a noi musicisti della band è arrivato l’avviso che ci sarebbe stato un concerto in Francia nel 2019, ho atteso l’apertura delle iscrizioni e ho dato immediatamente la mia disponibilità. Era lo scorso dicembre, e mi sorprese vedere già centinaia di musicisti iscritti insieme a me, dopo appena 2 minuti dall’apertura dell’evento.

Poco tempo dopo è stata svelata la “follia Rockin’1000” del 2019: ci sarebbe stato un altro concerto, stavolta in Germania, appena 8 giorni dopo quello di Parigi. Si sa che ogni anno Fabio Zaffagnini e i suoi ci sorprendono imbarcandosi in una sfida più difficile delle precedenti, ma davvero non mi sarei mai aspettato di vedere raddoppiare il numero dei concerti. Per molti mesi non è stato consentito di iscriversi a entrambi i concerti, quindi sono rimasto serenamente prenotato per lo Stade De France, ho studiato i pezzi e in un attimo, eccomi pronto alla partenza…

Mercoledì 26/6/2019 – L’arrivo

Come di consueto, il giorno precedente all’inizio delle prove le porte dello stadio sono aperte a tutti coloro che vogliono depositare gli strumenti con la giusta calma.

Io sono arrivato a Parigi direttamente dall’ufficio, sul tardi. In questi casi è una fortuna essere un cantante e non dover trascinare pesanti strumenti, quindi niente sopralluogo allo stadio per me, ma dritti a dormire: domattina il check-in delle voci è alle 8!

Giovedì 27/6/2019 – Prime prove

Chi dorme non piglia pesci e non suona al Rockin’1000, ecco perché anche oggi la mia sveglia trilla prima delle 7. Lo spirito però è molto diverso rispetto alla classica giornata di lavoro.

metro paris

Scendo in metropolitana e dopo un paio di fermate arrivo nella zona periferica di St. Denis, a nord della vera e propria città di Parigi.
C’è una bella arietta fresca, è il caso di godersela prima che la capitale francese finisca sui giornali di tutta Europa per il caldo-record che l’avvolgerà in questi giorni.

Stade De France St. Denis 2019
Lo stadio appare quasi subito, grande e bello, quasi mitologico per quelli della mia età, che ricordano il mondiale di Francia ’98 come il primo seguito per bene, dall’inizio alla fine, e le mille partite a “Fifa ’98” sulle note di Song 2.

C’è un po’ di fila per registrarsi, è il momento ideale per guardarsi intorno e fare due chiacchiere. La maggioranza dei mille che suoneranno vengono dalla Francia (e sono alla prima esperienza, quindi molto curiosi), ma si riconoscono anche moltissime voci italiane tra la folla. Il tempo in coda scorre velocemente tra un “come stai?” e un “where are you from?”; non posso che sentirmi orgoglioso che il progetto Rockin’1000 sia nato e cresciuto in Italia.

Sì, perché Rockin’1000 cresce, migliora, ascolta i suggerimenti, e grazie anche a sponsor sempre più importanti è in grado di offrire una esperienza migliore sia al pubblico che ai musicisti.

Welcome pack rockin1000 paris

Terminata la fase di registrazione, ad esempio, riceviamo un welcome pack: quello per i cantanti contiene un bracciale, il pass con 2 laccetti, borraccia (veramente ben progettata), ventilatore a batteria, tappi per le orecchie e piantina dello stadio.

In campo, 8 ventilatori giganti, 100 ombrelloni e 28 rubinetti dove riempire le borracce, per combattere la calura evitando di produrre quintali di rifiuti plastici.

Rubinetti acqua stade de france rockin1000

Ho apprezzato molto anche l’innalzamento del livello di sicurezza, con accorgimenti quali l’obbligo del pass con la foto e la perquisizione di ciascun musicista ad ogni ingresso nello stadio.

perquisizioni rockin1000

In una città tristemente nota per tanti episodi di terrorismo e tensione sociale, sapere che ogni persona è identificata e ogni borsa è controllata non guasta.

Il primo appuntamento per i cantanti è in uno spazio al coperto (menomale!) enorme e climatizzato (troppa grazia!!) chiamato “Chorum”, dove ci attende Augusta, carica e pronta ad “ammaestrare” le nostre ugole scalmanate.

Chorum Space at stade de france

Iniziamo coi pezzi più complicati, arriva l’ora di pranzo e non siamo neanche lontanamente a metà scaletta, ma già ci stiamo divertendo come matti. Si inizia con tanto di interpreti a parlare in inglese, francese e italiano, ma dopo qualche ora i formalismi cadono, si cominciano a sentire frasi “ibride”, iniziate in francese, finite in inglese, con in mezzo qualche cazziatone in italiano: risate assicurate.

Panorama Stadefrance rockin1000

All’esterno, bassisti e batteristi hanno iniziato a misurarsi col gran caldo e presto saranno raggiunti dai chitarristi.
Li incontriamo a pranzo, un po’ invidiosi nel vederci puliti e rinfrescati dall’aria condizionata.

menu food rockin'1000 catering bar

Altra bella notizia di questa edizione: i pasti previsti durante le prove sono offerti dall’organizzazione: due postazioni nella tribuna adibita a backstage servivano un pasto di 3 portate, a scelta tra varie opzioni.

Nel pomeriggio le prove vanno veloci e verso le 19 il “coro” ha lavorato su tutte le 18 canzoni da cantare.

Lasciamo lo stadio prima degli altri musicisti, ma ci rivedremo dopo un paio d’ore: appuntamento a Montmartre per un flash-mob improvvisato. In mezzo alla folla di turisti e parigini intenti a godersi il tramonto dalla splendida terrazza della basilica del Sacro Cuore, intoniamo We Will Rock You, seguita da qualche altro pezzo del concerto, bloccando il traffico e incuriosendo i presenti.
Una trovata che verrà poi ripetuta anche a Francoforte, per il successivo concerto della band.

Venerdì 28/6/2019 – Tutto prende forma

Il secondo giorno di prove è quello più importante e lungo: le voci si uniscono agli strumenti e si tira fino a tarda sera, perché dopo cena si fa la prova generale. Compaiono ospiti e presentatori, sponsor e giornalisti, tutti lavorano a pieno regime, dal maestro che finalmente guida l’organico al completo, ai tecnici delle luci, del suono, dei maxischermi, dei fuochi d’artificio. Nonostante l’organizzazione di un concerto simile sia una impresa titanica e sempre un po’ folle, a Parigi si ha avuto la sensazione di avere attorno una macchina organizzativa molto efficiente, grazie all’esperienza accumulata e ai fondi reperiti tramite sponsor importanti.

Al mio arrivo mi metto in fila per ritirare il body-pack, a cui collegare le mie fedeli cuffiette per essere sempre connesso con guru, direttore, staff e soprattutto per ascoltare le indispensabili click-track durante i brani. La fila dura poco, perché tutte le radioline sono già assegnate, etichettate con i nostri nomi e pronte da ritirare in una rastrelliera numerata.

BodyPackRack

Una volta individuato il proprio body-pack siamo autonomi nel prelevarlo, usarlo e rimetterlo nel nostro slot (dove si ricaricherà automaticamente).

Entriamo in campo da soli e per la prima mezz’ora siamo ancora all’ombra della tribuna. Il programma prevedeva di fare una prova rapida, poi mettersi al riparo nelle ore più calde e riprendere verso le 16 col resto della band; in realtà stiamo fuori tutta la mattina, c’è troppo da fare.

Si parte col classico balletto dei microfoni, in cui i cantanti cercano di posizionarsi come vogliono (in prima o ultima fila, da soli o con troppi amici) e i tecnici tentano di capire quanti microfoni servano effettivamente.

Singers rockin1000 stadium

Finiamo per avere un microfono ogni 2 persone, soluzione ottimale per il sound e la vivibilità delle postazioni. Io capito con un simpatico ragazzone francese mio omonimo (Nicolas, che si pronuncia “Nicolà”, mi conferma).

Il maestro, il francese Alex Deschamps, è giovane, energico, simpatico e fa il cantante, quindi pone una attenzione speciale alle voci. Insieme ad Augusta, ci guida nel provare i pezzi più complicati. Prima di rompere le righe, registriamo le linee vocali di alcuni pezzi, in modo da avere delle tracce pulite per future produzioni audio / video.

Nel pomeriggio finalmente si prova tutti insieme e i tanti cantanti francesi alla prima esperienza si rendono conto di cosa significhi avere una band di oltre 700 musicisti alle spalle. Arriva anche una guest star niente male: Norbert Krief, detto “Nono, chitarrista francese con più di 40 anni di carriera, 8 dei quali in tour con Johnny Hallyday.

Norbert Krief Nono rehearsal rockin1000

Brano dopo brano le ore volano e scende la sera. Per evitare lunghe file prendo subito da mangiare, poi mi rilasso nel chorum, che è diventata “l’oasi” fresca e riparata per tutta la band.
Prima della prova generale si indossa l’outfit da concerto (e compaiono di conseguenza strani individui di ogni genere).

La prova procede abbastanza liscia, lo stadio illuminato è un sogno, ma siamo tutti molto stanchi e dobbiamo risparmiare un po’ di voce ed energie per domani. A quanto pare ci sarà il tutto esaurito!

rockin'1000 singers during general rehearsal at stade de france paris

Sabato 29/6/2019 – La carica dei 50000

Il sabato mattina libero ci voleva. Ho dormito e ho preparato tutto con calma, ho sistemato una faccenda di lavoro e sono uscito quando ormai era ora di pranzo.

Nel pomeriggio tutti convocati alla stessa ora allo stadio, e per ovvi motivi logistici non saremmo più potuti uscire fino alla fine del concerto. Visto che per la prima volta l’ingresso non era scaglionato per gruppi, c’è voluta oltre un’ora per far entrare tutti i mille nello stadio. La fila per i controlli di sicurezza scorreva lenta sotto un sole cocente. Ho aspettato all’ombra il più possibile e sono entrato fra gli ultimi.

Lo Stade De France, pieno di strumenti riparati da coperte e teloni, ci attendeva maestoso, bollente e accecante (vista la pavimentazione bianca).

stade-de-france-rockin1000-stage.jpg

Proviamo di nuovo l’ingresso, poi è tempo di relax, preparazione e cena. Intanto, all’apertura dei cancelli, l’arena parigina ha iniziato a riempirsi di spettatori: 10.000, 20.000 (superati ampiamente i That’s Live di Cesena e Firenze), 30.000… alla fine ne arrivano 50.000: una folla impressionante da cui solo atleti e artisti estremamente popolari potevano essere circondati e osannati, prima che Rockin’1000 prendesse vita. Per capirci, a Firenze ero riuscito a identificare amici e parenti sugli spalti, a Parigi è stato impossibile, pur sapendo in quale settore dovessi guardare.

Curva dello stade de France prima di Rockin'1000

L’emozione sale e i guru ci convocano per un ultimo discorso. Con Augusta, gli oltre 200 cantanti scaldano le voci e si stringono in un abbraccio extra-large benaugurante: questa avventura ci ha già unito e fatto divertire, eppure il bello, il motivo per cui siamo qui a sudare da giorni, sono queste ultime 2 ore di grande show.

L’ingresso della band, provato e riprovato, scorre lento e a riscaldare il pubblico ci pensa il presentatore Philippe Manœuvre, che introduce Fabio e il maestro Alex Deschamps, accolti con entusiasmo dall’intero stadio.

Si parte con gli AC/DC, ed è già boato sul riff introduttivo: la carica che si riceve da un pubblico simile è impressionante, commovente. Come sempre, dal vivo si mette il turbo e le canzoni volano via una dopo l’altra. Clash, Nirvana, RedHot, Ramones, Kinks, Oasis… e vista la latitudine c’è ancora parecchia luce naturale.

Arriva il momento forse più atteso dal pubblico: sale sul palco “Nono” e si canta in francese: la più grande rock band del mondo ricorda Johnny Hallyday, con un brano “ignorante quanto basta”, come Allumer Le Feu. Ma con un po’ di stupore da parte dei non francesi, è il brano successivo a coinvolgere di più il pubblico: Un Autre Monde dei Téléphone, brano leggero dal forte carattere pop uscito nel 1984, che a molti italiani ha ricordato Un angelo caduto dal cielo di Nada, ha fatto alzare, cantare e ballare tutto lo stadio. Insieme alla successiva iconica We Will Rock You, ultima canzone eseguita con Norbert KriefUn Autre Monde è stata pubblicata come video ufficiale del concerto nel 2019.

Senza sosta proseguiamo con tre grandi classici estremamente conosciuti (Smoke On The Water – in un arrangiamento semplificato privo dell’ultima strofa, Rebel Rebel e Jumpin’ Jack Flash) seguiti da I Wanna Be Your Dog degli Stooges, che nonostante la monotonia di una linea vocale identica in ogni verso, appoggiata sugli stessi tre accordi, è stata presentata con un groove notevole dai mille.

Dopo i versi di Iggy Pop, si abbassano le luci e il maestro introduce Fabio Zaffagnini, per il suo tradizionale discorso, come sempre toccante e acclamato dal pubblico. Mentre le parole di Fabio auspicano a un mondo in armonia come una grande orchestra, intenta a suonare la sinfonia della nostra vita, la musica più bella del mondo, già corrono le note di Where Is My Mind, che i 1000 eseguono con gli occhi lucidi mentre 50.000 luci si accendono intorno a loro dagli spalti, divenuti un cielo stellato che li abbraccia. Uno dei momenti più intensi e commoventi che ricorderò di quella serata parigina.

Anche i rocker piangono, ma solo fino alla prossima scarica di adrenalina, che è già pronta: dopo i Pixies i bassi accennano il riff di Seven Nation Army e il pubblico dello Stade De France va in delirio. Pensavo che dopo la finale dei mondiali di calcio del 2006 ai francesi fosse indigesto il famoso “Pooo – Poroppo – Po Pooo – Pooo” urlato da noi italiani in segno di festeggiamento, e invece eccoli là i 50.000 di Parigi a intonare il coro sulle note dei White Stripes, per chiedere una sorta di bis. Dopo un po’ 5, 10, 100 batterie riprendono a battere il tempo, ripartono anche i bassi e infine le chitarre. I cantanti, già in posizione per il brano successivo, rompono le righe e iniziano a saltare col pubblico, finché il direttore, mai così importante come in questa improvvisazione senza metronomo in cuffia, guida i 1000 al riff di chiusura di questo divertente fuori programma.

Il finale è semplicemente magnifico, tra i Blur di Song 2 “extended version” firmata Rockin’1000 e Learn To Fly, che ancora una volta fa sentire pubblico e musicisti parte della prima epica impresa di Cesena dedicata ai Foo Fighters. I guru salgono sul palco e si prendono i meritati applausi. Philippe Manœuvre e Fabio fanno i ringraziamenti di rito, finendo con il pubblico,  salutato con un “viva il rock, viva la Francia… lo volete un altro pezzo?” E la chiusura arriva con lo splendido medley dedicato a Jimi Hendrix e ai Led Zeppelin, in cui già inizia la festa di cantanti e direttore, che ballano e si sparpagliano per il campo, seguiti dal resto dei mille appena finito il medley.

Negli occhi di tutti c’è la commozione e l’entusiasmo per quei giorni irripetibili in cui uomini e donne, manager e operai, tatuatori e insegnanti, casalinghe e speleologi, imprenditrici e magazzinieri, stagisti e pensionati si sono ritrovati, conosciuti, aiutati e hanno imparato, nel nome della musica, ad essere una cosa sola.

Il concerto di Parigi 2019 è stato in seguito pubblicato per intero su Youtube, il primo di cui esiste il video integrale. Potete vederlo qui:

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